Un anno strano per Sony Playstation ed il caso Days Gone 2

SottoGamba VideoludicaMente
7 min readApr 27, 2021

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Grazie all’Hype generato dalla versione rimasterizzata del primo The Last of Us, all’E3 del 2016 assistemmo tutti a qualcosa di tremendamente spiazzante. Un trailer mostrava un motociclista addentrarsi in una zona abbandonata in cerca di materiali preziosi, salvo poi scoprire esser piena zeppa di nemici non morti. Un po’ tutti siamo rimasti a bocca aperta davanti a quello spettacolo. Un’onda e orda pulsante di zombi che sfondavano qualsiasi cosa incrociasse il loro cammino, quasi da lasciarti la sensazione di un pericolo troppo grande per essere affrontato.
Persino qualche mio amico mi scrisse in privato, tra lo stupore e la meraviglia di tutta quella gioia su schermo.
Days Gone, così si chiamava, aveva sbaragliato la qualunque con un messaggio visivo semplice ma geniale.
Così passò il tempo, e man mano che i mesi avanzavano tramutandosi in anni, iniziammo tutti a chiederci che fine avesse fatto, visto che il mutismo selettivo da parte di Sony non aiutava: non si vedevano Trailer all’orizzonte.
Voglio dire, se sei Sony e hai delle IP in cantiere come Death Stranding, Days Gone, TLOU Parte 2 e Ghost of Tsushima ti aspetti non dico di vedere trailer esaustivi o frequenti, ma almeno un “Ehilà, sono vivo” sporadico.
Zitto, mosca, deserto assoluto. Da Hideo Kojima me lo aspetto pure, sapendo com’è fatto il personaggio.
Ma il resto?
Possibile che ci fossero dei problemi?
Strano da Sony, che era sempre stata vanesia e amabile corteggiatrice con frecce al proprio arco di una certa importanza. Specie per la rivalità con Microsoft, che da parte sua stava pubblicando titoli esclusivi dimenticabilissimi (tranne Sea of Thieves, Sea of Thieves è oro puro).
Forse, a rifletterci bene, proprio il titolo del gioco, “Days Gone”, ci stava dicendo qualcosa sulla qualità effettiva dell’ultimo lavoro dei Bend Studio.
Sul loro C.V. possiamo leggere titoli del calibro” di Bubsy 3D, una caterva di Syphon Filter e titolini stand alone di IP più celebri del parco titoli Sony, precisamente di Uncharted e Resistance.
Un gran bel salto quindi, quello nel passare da produrre robetta di terza categoria ad un titolo proprio, con testa-corpo-gambe scolpite su algoritmo da mano artigiana.

Dopo 2–3 anni, iniziammo a vedere timidamente vari trailer delle varie opere.
Di Death Stranding, ci ritrovammo con più domande che certezze. The Last of Us 2 invece, mostrò un video-gameplay pazzesco parzialmente scriptato, certo, ma paragonato al prodotto finito non è che ci fossero così tante differenze.
Il problema sorse proprio con il Samurai prodotto dall’appropriazione culturale degli occidentalissimi Sucker Punch (non finirò mai di ridere per questa affermazione) e di questo Days Gone, che sembrò leggermente cambiato dai primi trailer. Nulla di drastico eh, ad esempio una palette di colori dall’ effetto smorto. Ma era tutto li il cambiamento? Potevamo stare tranquilli?
Ahahahah, magari.

Lupi del c***o, buggati fino al midollo.

Da Aprile 2019 all’estate del 2020 possiamo assistere ad una serie di alti e bassi nelle uscite di Sony, sia dal punto di vista qualitativo che d’immagine.
Vorrei partire con un breve riassunto proprio dagli ultimi due titoli usciti sul mercato, andando a ritroso proprio per finire con l’argomento cardine del mio sfogo.
Grazie al fantastico Coronavairus molte produzioni subirono un fortissimo contraccolpo, proprio perché come società eravamo (e saremo sempre)abituati a lavorare in loco, quindi in studio, piuttosto che in remoto. Tempo di organizzarsi quindi, ma tutte le produzioni avrebbero perso dai 6 mesi ai 12 di sviluppo. Un cazzo di anno.
Ad inizio primavera 2020, primo devastante colpo basso: Poco dopo aver saputo dello slittamento dell’uscita di TLOU2 a data da definirsi, del materiale importantissimo sulla trama del gioco venne leakato e sventolato in pubblica piazza. Sony corse ai ripari, dando con precisione la data di uscita verso giugno 2020, ma la merda sparata in faccia non la salverà dai voti su Metacritic, che spaziano dallo 0 ( come si fa a dare zero come voto ad un videogioco, io questo non l’ho ancora capito ) al 10. Metacritic, per chi non lo sapesse, è un aggregatore di voti che fornisce una media tra le testate giornalistiche riconosciute e degli utenti privati. Voto giornalistico: 97 su 100.
Voto dell’utenza: 57 su 100. Chiunque abbia dato a TLOU2 meno di un 8 lavora in qualche tendone da circo e se gli strizzi il naso forse senti un bel POPI-POPI.

Checché se ne dica, Sony sparò una seconda doppietta a brevissima distanza d’uscita, neanche dopo un mese da TLOU2, la sua ultima esclusiva in programma per PS4:Ghost of Tsushima.
Il titolo si rivelò un successo stratosferico, criticato negativamente da una piccola parte di utenza (affetti dalla grave sindrome del rompicoglioni con i capelli colorati ed il gender indefinito) per essere un vero e proprio caso di appropriazione culturale.
Peccato che i diretti interessati che avrebbero potuto tranquillamente cavalcare l’onda della polemica l’hanno invece elogiato senza indugi, beccandosi pure un 40/40 da Famitsu, l’unica testata giornalistica Giapponese rilevante su suolo nipponico. Il perfect score ad un titolo occidentale dato da Giapponesi. Per dire eh.
Mi sembra un tantino alto per un titolo come GoT.
Certo, il comparto visivo e particellare, la modalità foto e il taglio cinematografico alla Takeshi Miike sono indubbiamente da premiare, ma stiamo parlando di un gioco con il gameplay migliorato degli ultimi Assassin’s Creed, senz’arte ne parte. Non è bastato aumentare la difficoltà per cercare di rendere stimolante il gameplay, al momento si trova nella sua custodia ancora incompleto, e verrà recuperato e forse finito quando avrò tra le mani una PS5, ovvero nel 2077.

Su Death Stranding cerco di non dilungarmi ulteriormente, avendo scritto ciò che penso in questo precedente articolo. Secondo me è un videogioco talmente autoriale che influenzerà gli anni a venire, come successe per MGS2.
Libero di essere smentito.

Ora veniamo al piatto forte, alla bistecca sanguinolenta della questione, accompagnata da patate croccanti e insalata birbante.
Days Gone, che si presentò al pubblico come un titolo con due cojones così si è rivelato invece una mediocritata devastante, con alcuni punti interessanti e altri manco dimenticabili, proprio rimovibili in pianta stagna.
Il concept era pure figo, quello di sfrecciare con la moto in una mappa di gioco estesa sia per spostarsi velocemente sia per sfuggire da una minaccia importante, ma il tutto si tramuta in un comparto tecnico talmente povero e approssimativo, un gameplay poco stimolante e una superficialità nella scrittura che definire imbarazzante non è un caso. Basta leggerla su Wikipedia per capire di cosa sto parlando. Un conto è dover scendere a patti con un titolo fatto con due lire, un conto è un’esclusiva Sony dove non si vede inesperienza ma proprio un progetto spaesato e alla deriva.
La mia esperienza Pad alla mano è stata tragica, dove la noia ha preso il sopravvento. Non dico neanche che non vorrei riprovarlo, magari su PS5, ma al solo pensiero di rimettermici adesso mi fa passare la voglia di giocare in generale.
Ma in generale il titolo ha venduto sopra ogni rosea aspettativa e si è creato uno zoccolo di appassionati. Il progetto Days Gone 2 quindi sembrava in cantiere. Magari non tra i progetti urgenti da mettere in ballo, ma comunque nel caricatore.

Scopriamo nel corso del mese di Aprile invece che Sony avrebbe chiuso il progetto del sequel in favore di altri più promettenti, come ad esempio un Remake del primo The last of us.

<suono di grilli in lontananza>
A nessuno frega, vero?

Le motivazioni della cancellazione sarebbero in sostanza due.
La prima sarebbe per il voto su Metacritic, troppo basso secondo Sony, e il secondo per le scarse vendite iniziali. Gli utenti non avrebbero supportato il gioco al Day one.

Sappiamo tutti che le grandi aziende hanno smesso da tempo di perseguire la visione artistica in favore di quella economica.
Puoi essere bello quanto vuoi, ma se non vendi vai a casa e arrivederci.
Qualcuno qua è convinto che TLOU2 sia uscito perché Sony era affezionata al progetto? Gli unici ad averlo fatto al massimo sono i Naughty Dog, chi l’ha creato e messo in piedi.
Decidere che un prodotto possa avere un seguito solo per un voto su Metacritic è personalmente immorale e indigesto, ma io non ci capisco un cazzo di finanza e detto tra voi, neanche m’interessa.

Però, caro John Garvin, dire che un giocatore è uno stronzo perché non ti ha comprato il giochino il primo giorno sul mercato è proprio da facce da culo.
Perché non solo ti fai la nomea di frustrato nel settore ma mi fai rimpiangere pure di essere uno di quegli eroi che hanno speso 70€ per il tuo titolo al D1.
Soldi che, siamo sinceri John, non sono affatto spesi bene.
Un anno strano per Sony quindi a mio avviso, che afferma di essere contenta per le vendite di PS5, in mano più ai bagarini che agli utenti finali, o delle sue esclusive al lancio della console: un remake 1:1 di un titolo per PS3 e un sequel cartacarbone di Spiderman.
Non fraintendetemi, non dico che abbia prodotto titoli insufficienti, ma che ho il serio timore che possa farsi prendere troppo dall’entusiasmo.
Tutti ci ricordiamo del passaggio da PS2 a 3.
Non fu così allegro.

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Una pagina ad alto tasso parodistico e dissacrante, con una lieve spruzzata di amore per i videogiochi.