La disonestà intellettuale di Square-Enix e NieR Replicant ver.1.224744871

SottoGamba VideoludicaMente
11 min readMay 27, 2021

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Il mio amore per i lavori di Taro nasce nel periodo più straziante della mia vita, non a caso.
Da pochi mesi avevo perso il lavoro che amavo alla cazzodifollia per colpa di una stupida incomprensione, e grazie all’effetto valanga di neve mi ero ritrovato a valle dopo una lunga ed estenuante ricerca del proprio posto nel mondo lavorativo.
Scoraggiato ma con un pizzico di fortuna, trovai un lavoretto part time come corriere per una piccola azienda di Pellet.
I punti a favore erano la grossa libertà di tempo libero e la possibilità di scoprire nuovi anfratti delle campagne Fiorentine. L’unico a sfavore era che scaricavo a mano libera dalle 7 alle 8 tonnellate di prodotto. Mi facevo i muscoli, certo, ma tornare a casa con il corpo allo stato semi solido non era piacevolissimo, specie quando oltre a lavorare vorresti fare altro.
Ma sarò sincero, se avessi potuto scegliere, sarei rimasto a lavorarci a lungo.
Quando la stamina non mi abbandonava, mi sfondavo letteralmente di videogiochi, divorandoli come fossi stato uno che non vedeva cibo da giorni davanti ad un buffet all you can eat. Sentivo però il bisogno di qualcosa di sostanzioso ma appagante, che mi facesse perdere la testa senza indugi.
Riapparve in bacheca su Facebook l’ennesimo trailer di quanto fosse figo “Nier Automata” e di quanto avesse venduto alla stragrande, anche se bollato dal sottoscritto inizialmente come giapponesata senz’arte ne parte.
<<Però dai, è di Square-Enix, c’è pure dietro Platinum Games, vediamo un po’ qualche video sul tubo rosso>> pensai e così feci.
Tra le ricerche spuntò un video, diviso in più parti su tutta la Lore e la trama dei lavori curati da Yoko taro, del content creator Sebh, da quel giorno mio santino per l’avermi fatto conoscere appunto il Taro-Verse, chiamato così per un semplice motivo.

Un modo carino per dirci che non vedremo mai un remake del primo Drakengard.

Immaginatevi un Tarantino-Verse: ogni film ha un titolo proprio, una sua identità ed un mondo narrativo circoscritto ma ha sempre qualche rimando alle altre opere.
Yoko Taro fa proprio questo, ma lo evolve all’ennesima potenza.
Prende un videogioco e da un suo finale o da una somma di essi, perché di solito ci sono più finali dove la trama ed i personaggi divergono l’un dall’altro, ne struttura lo story-building del sequel. Cosa si traduce in termini semplici, questo?
Che ci sono quattro videogiochi ( al momento ) nel Taro Verse ma nessuno è il vero sequel diretto del precedente, ma al massimo uno spin-off sequel canonico dove niente è prestabilito e tutto quel che vedremo è solo un what if.
Mi state seguendo? No?
Tranquilli, è normale ed è questo l’elemento che ti attrae alla saga come un magnete.

Square-Enix non ha mai puntato molto su Taro ed il suo team, e questo si riflette pesantemente sulla qualità tecnica dei primi tre titoli della saga.
Il primo Drakengard è legnoso e molto ripetitivo, il primo Nier rivela scelte stilistiche estreme e pesanti come dover ripetere la seconda metà del gioco quattro cacchio di volte li mortacci vostri ed il terzo Drakengard, perché il secondo è uno spin off senz’arte ne parte, è stato partorito probabilmente con la metà della metà dei soldi usati per produrre i due precedenti capitoli. Tutti e tre grandi giochi comunque, si chiaro, spesso con contenuti forti e non comunemente rintracciabili nelle opere odierne ad esempio cannibalismo, pedofilia ed incesto.
Nier:Automata invece è qualcosa di bellissimamente anomalo, a pensarci bene. Dopo tre flop commerciali vedere un progetto così ben stratificato e tecnicamente piacevole non è scontato, anzi. Non fatico a considerarlo un capolavoro.

La fan base dunque è aumentata nel tempo proprio grazie allo stile dirompente di Automata, ma son sicuro che ad un certo punto qualcuno ai piani alti di Square sia arrivato ad una conclusione. O così mi immagino:
“I videogiochi son fatti per essere venduti, quindi in qualche modo la fetta di pubblico dev’essere per forza allargata. Non possiamo relegarci solamente allo zoccolo duro della fanbase. Son tre gatti.”

Ciò che da inizio al filone dei Nier, il finale E del primo Drakengard.

Di quattro giochi solo uno è apprezzato e giocato dagli utenti. E se rifacessimo un remake spendendo due lire del primo Nier, visto che si lega ad hoc al capitolo più amato di sempre e che quindi ci tirerà addosso una valanga di soldi?”
E così fecero.
Son riusciti nell’impresa? Si.
Il remake è qualitativamente valido?
Si e No.
Vi spiego il perchè.
Lungi da me affermare che questo Nier Replicant sia oggettivamente un titolo immondo, insufficiente e ingiocabile. Anzi, tutt’altro.
Il lavoro svolto da Toylogic sul Nier per PS3 è sicuramente lodevole e rende finalmente giustizia agli occhi dei giocatori, soddisfacendo il bisogno di avere un titolo solido dal punto di vista grafico e che fosse soprattutto reperibile senza dover cercare una vecchia console per giocare ad un solo titolo.
Ma nasce e finisce li.
Tutto il resto, la male ciccia che andava risistemata di quell’enorme manzo che era il primo Nier è ancora saldata alle ossa e non si spiega del perché sia ancora al suo posto.
Il voler conservare alcune vecchie scelte stilistiche oggi nel 2021 fa sinceramente ridere quando si prova a difenderle.

Un boss bellissimo dalla Evangelionica memoria.

Avete presente Final Fantasy 7 Remake?
Se non ce l’avete presente, cercatevi un video di comparazione con il vecchio FF7 per PS1.
Capirete subito dove voglio andare a parare.
Non si sono fermati solamente nel fare il gioco con il graficone spacca mascelle ma hanno capito che la prima cosa da sistemare era proprio il gameplay.
Ok, ha schifato la vecchia fan base perché sono passati da un GDR a turni ad un Action RPG ma volete sapere una cosa?
Sticazzi. Siamo nel ventunesimo secolo nel ventunesimo anno, se volevo giocare allo stesso gioco con la stessa impostazione del menga mi giocavo ad un qualsiasi Pokemon.
OK OK, è anche vero che nel Remake stanno facendo un letamaio dal punto di vista della scrittura. Ma quella è un’altra storia, non parliamone in questa sede.

Il fiore di Drakengard 3 così de botto, senza senso.

I problemi da me riscontrati sono essenzialmente due, e cercherò di essere il più esaustivo possibile.
Certo è che devo fare un’urgente premessa a quello che sto per dire.
Nier è un videogioco che fa il verso e percula pesantemente diversi generi e cliché del medium. E ci riesce, proprio perché ai tempi non esistevano limiti concettuali o di rigore per il gusto degli utenti.
“Vogliamo che il giocatore si debba sorbire il gioco 4 volte e fargli collezionare tutte le armi disponibili prima che possa completarlo al 100%?”
Fatto.
“Vogliamo che le side quest di tutta la prima parte non servano letteralmente a niente criticando la moda di farcire i videogiochi con compiti e doveri che non sono necessari alla fruizione dello stesso?”
Fatto.
“Vogliamo che il giocatore perda tutti i dati di gioco in nome di un bel gesto?”
Fatto fattissimo.
Concettualmente infatti per me il primo Nier è un capolavoro artistico complesso ma ludicamente scarso. Che voto si meriterebbe?
5 per il gioco e 10 per l’idea.
Ma mica siamo su quello schifo di Metacritic, qua.

Simmetry is so aesthetic.

1. UN GAMEPLAY DIFETTOSO

In Replicant il sistema di combattimento è meno legnoso rispetto all’originale per PS3. Troviamo un leggero miglioramento nei movimenti e nel moveset del protagonista, penso presi paro paro da Automata e sistemato e implementato egregiamente l’uso della magia mentre si combatte.
Sembra un elogio vero? Non lo è.
Non lo è perché il gioco è ROTTODIOMADONNA esattamente come lo era l’originale.
Che senso ha rendere il protagonista più veloce, più aggressivo e con un parco mosse più dinamico se i nemici base hanno la stessa IA del 2011 e puoi sconfiggerli abusando del gioco stesso?
Nel 95% dei casi ti basta usare le magie Mano Oscura e Lancia Oscura e voilà, i nemici si schianteranno e rimarranno storditi giusto quei 5 minuti atti a premere il tasto per ucciderli in un sol colpo.
Cosa andava sistemato quindi?
La dannata funzione di esecuzione che andava rimossa o ribilanciare l’effetto delle magie ad esempio. Capisco che è quasi impossibile progettare un Combo System a la Platinum Games o Capcom se non sei nel settore ma o lo fai
bene/ decente o non lo fai proprio.
Se hai la possibilità di eliminare 10 nemici, in 10 secondi o in 1 minuto, quali sistema scegli?
Esatto, proprio quello che hai pensato.
Sui Boss niente da aggiungere, erano semplici da battere nella versione vecchiarda e lo sono qui tutt’ora.
Se alzate la difficoltà si ottiene una degna sfida ed i nemici inizieranno ad essere più resistenti ai vostri colpi, forse fin troppo, ma le magagne sopra citate restano e affossano tutta la parte ludica del gioco.

Riferimenti a caso agli altri capitoli, oltre alla perdita di tempo.

2. PARTI INEDITE

La versione Replicant del 2021 contiene delle aggiunte alla trama e queste sono essenzialmente due.
La prima turbocazzata aggiunta è quella sulla nave con la bambina-ombra, chiamata anche come “La Sirena”.
Da cosa si evince che è inutile ed imbarazzante?
Il fatto che l’ombra richiami il mito delle Sirene potrebbe anche essere lodevole, data la duplice natura della creatura. Peccato che sia sviluppata con il culo. In tutti i modi tenta di spoilerarti il colpo di scena che scopriresti a fine gioco, proprio a metà dello stesso. Ma che idea terribile è?
I nemici che chiami ombre sono gli esseri umani originali, ed il personaggio e tutti gli umani che hai visto fin’ora non sono nient’altro che una replica, un guscio vuoto che non doveva avere un anima e invece ce l’ha messo nel culo e ne ha creata una nuova. Ops.
Le ombre infatti non hanno fattezze esplicitamente umane, proprio per darti la bastonata nelle parti intime e farti vergognare del tuo operato, facendo una semplice operazione del 2+2.
Che senso ha quindi dare ad un Boss fattezze palesemente umane, che mangia esseri umani senza un motivo inerente alla trama e che invece di creare nuovi interrogativi ti sputtana lo sputtanabile?
Nessuno.
“Come posso avere un corpo tanto orrendo, in un mondo così splendido?” dice la ragazzina prima di morire.
“Perché chi ti ha messo in questo dannato Remake è una esimia testadigazzo, cara mia.”

Passiamo oltre.

Unica scena della Boss fight che un po’ mi ha smorzato l’animo.

La seconda incredibile turbofregnaccia è che hanno trasposto il quinto finale, non incluso nel gioco originale ma in un Artbook (perché i giapponesi con la cross-medialità spicciano casa ai fan di Star Wars) creato per gente triste che non accettava la sorte dell’ultimo finale presente su disco di gioco.

Breve riassunto di come funziona l’esperienza pad alla mano del Nier di due generazioni fa di console:
La trama è sostanzialmente divisa in due parti.
Nella prima siamo giovani, nella seconda siamo più grandicelli. Completato una volta il gioco, si ottiene uno dei finali, il finale A.
Dopo aver completato il gioco, si riparte poco dopo l’inizio della seconda parte e si esplora la trama proprio dal punto di vista del nemico, fiore all’occhiello della trama di Nier. Completata anche questa parte, si vede il finale B.
Per vedere gli altri due finali si deve collezionare prima tutte e 30 le armi e poi compiere due scelte morali su un personaggio a cui siamo affezionati.
Trapassarlo amabilmente con la tua arma per porre fine alla sua dolorosa vita, e ottenere il finale C oppure cancellarti dall’esistenza e salvarlo dal suo triste destino, ottenendo il finale D ma perdendo il tuo salvataggio di gioco. Esatto, il gioco ti mostra tutto quello che hai collezionato fino a quel momento e te lo strappa davanti agli occhi.
Potente e coraggioso.
Quando su PS3 o Xbox360 si tentata di riniziare una partita usando lo stesso nome del salvataggio cancellato, il sistema ti avvisava che non era possibile riutilizzarlo per la tua avventura e che dovevi appunto sceglierne un altro. Una sorta di non ricordiamo, ma ricordiamo.

La frase più figa del gioco

E cosa è quindi, secondo voi, il finale E?
Esatto, una letteralmente corsa ai ripari del personaggio di Kainé verso l’ammmmore perché “No, i fan si meritano un Happy ending”, ma senza massaggio cinese.
Dopo aver trascorso 20 ore di gioco a fracassarti i maroni perché gli sviluppatori non hanno voluto alleggerire le magagne stilistiche dell’originale per una fruizione e godibilità maggiore nel Remake, per vedere questo finale devi riniziarlo da capo e spendere altre 3 o 4 ore per vedere uno dei collegamenti peggiori tra un capitolo all’altro della saga, fatto appunto per “voler accontentare tutti”.
Una tristezza senza pari.

Ottima ammissione di colpa.

Ma dopo tutta questa bile riversata in questo sfogo, vale la pena giocare a Nier Replicant?
Ovviamente si se non hai mai toccato un titolo della serie e vuoi approcciarti poi a Nier Automata.
Se sei un giocatore già infognato perso per i precedenti lavori di Taro, probabilmente non ti farà ne caldo ne freddo ma resta comunque un buon modo per combattere l’obsolescenza degli abandonware relegati a vecchie console.

Nel mondo industrializzato odierno vedere un’opera del genere mettere a ferro e fuoco i nervi del giocatore medio in nome di un’idea precisa di esperienza videoludica è un qualcosa di assolutamente raro e prezioso.
Avrei preferito quindi una duplice versione di questo Remake:
Una versione Gestalt nei panni del Nier-ragazzo, dove si riportava in blocco il gioco originale ma con queste migliorie tecniche in modo da avere un prodotto pulito e meno obsoleto possibile e una versione Replicant nei panni del Nier-Padre, in pieno stile FF7 Remake, dove si utilizzava un motore di gioco più prestante e con un gameplay più frenetico e meglio bilanciato e la narrativa con gli altri capitoli veniva meglio collegata, senza inutili fronzoli.
Non viviamo nella linea temporale dove sono usciti entrambi i titoli.
O forse, più che una linea temporale, siamo bloccati a questo finale agrodolce.

Meta-concettualmente quindi questo “Nier Replicant” è la cosa che si avvicina di più al concetto di Remastered, anziché Remake. Un corpo vuoto, creato per essere il futuro contenitore del vero spirito del progetto di 10 anni fa ma che poi ha sviluppato una sua identità, rigettando l’originale.
E’ bello, ma non balla.

Purtroppo non all’incubo di questo Remake.

p.s: piccolo pensiero sul Nier-Gate ad opera del team Everyeye ed in generale di Fossetti. Dispiace veramente constatare quanto per l’ennesima volta si è riconfermata l’idea che le grandi testate giornalistiche non siano o non si sentano pienamente libere di scrivere il c***o che vogliono per non offendere le grandi major. Ho un’idea precisa in mente di giornalismo, e questo non è stato un bell’esempio per il settore.

p.s 2: Square-Enix merda.
Scherzo.
O forse no (?)

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SottoGamba VideoludicaMente

Una pagina ad alto tasso parodistico e dissacrante, con una lieve spruzzata di amore per i videogiochi.