La bellezza è negli occhi di chi gioca a Cyberpunk 2077

SottoGamba VideoludicaMente
9 min readJan 12, 2021

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Afferrate la mia manona e facciamo un salto nel tempo. Si ho le manone perché sono grande e grosso, non state a questionare per ogni cosa.
Siamo nel 2016, ho appena iniziato a lavorare nell’azienda dei miei sogni e sta per uscire Deus Ex: Mankind Divided, seguito di quel mezzo capolavoro di Human Revolution.
Non sto più nella pelle, non vedo proprio l’ora di tornare nei panni di Adam Jensen, protagonista con la voce roca ed il cappottone lungo. Vi assicuro che non è un maniaco sessuale.
Sono una persona semplice: voglio hackerare qualche terminale, sfondare a cazzotti i muri e perché no, uccidere silenziosamente qualche guardia.
Mentre scorro sulla home di Amazon per effettuare il preorder mi sale quasi una mezza idea di accaparrarmi l’edizione limitata da 200 euro, ma mi sconfinfera poco. Forse qualche tipo di premonizione scatta in me.
Vada per la versione liscia a 70€.
Al day one ficco il gioco dentro la mia PS4 liscia e porcapaletta, è uno spettacolo, (n.d.a: almeno inizialmente).
Posso pure giocarmelo in lingua originale stavolta, dato che su PS3 non era possibile cambiare la lingua dei dialoghi e che apprezzo di più il doppiaggio anglofono rispetto a quello italico (non che sia di qualità scadente, anzi tutt’altro). Sono galvanizzato come non mai. In fondo il prequel, Human Revolution mi era piaciuto un sacco e n-i-e-n-t-e poteva andare storto.
Insomma, inizio la partita, sono al primo capitolo della storia principale,
devo prendere un ascensore per poter parlare con un tizio nel suo ufficio e…appena le porte dell’ascensore si aprono mi accorgo del problema: il gioco è buggato. Il bug è esattamente questo, se volete un aiuto visivo: il pavimento al piano di destinazione è inesistente, mancante, tant’è che data la mia esperienza so già cosa succederà se farò il primo passo. Esatto, cadrò nell’inferno fuori dalla mappa della programmazione. Dovrebbe esserci pure una porta che se premuto il tasto designato dovrebbe far partire una scena video. Porta che ovviamente, non c’è.
“Va beh, sarà un errorino. Basterà ricaricare e partirà tranquillamente” penso ingenuamente.
Col c***o invece. Da qui parte il mio calvario.

Ricarico il gioco diverse volte ma niente, se costringo Adam Jensen a muoversi verso quella che dovrebbe essere la destinazione della missione, sprofonderà e morirà al di fuori dei confini di gioco. Provo mille tentativi diversi. Uso varie abilità del personaggio, tipo scattare in aria dopo un quadruplo salto verso la porta sperando che comunque ci si possa interagire per sorvolare il bug.
Nisba. Bestemmio ripetutamente.
“OK OK, magari la partita è buggata e c’è bisogno solamente di riniziarla.
Menomale che sono all’inizio del gioco” ripenso ingenuamente.
Cancello il salvataggio, riparto e NIENTE, il bug è sempre li. Presente.
Provo persino a cancellare i dati d’installazione e a reinstallarli.
Indovinate un po’? Ancora niente.

Nulla da fare, devo aspettare la patch quindi.
Segnalo l’errore ai tizi di Sony sperando che possano rigirare il tutto a Square Enix, chi il gioco l’ha prodotto.
Ripongo amaramente nella custodia l’amaro disco della discordia e passo al prossimo gioco del backlog. Passano circa 4 mesi prima che possa completare Deus Ex, rivelandosi poi nel complesso un titolo bello ma non quanto il prequel. Resto con la mia frustrazione che al momento non posso gustarmi il gioco che aspettavo da tempo.

Viaggio nel tempo finito, caro il mio lettore/lettrice, ora mollami la mano che sudo facile. La mini morale? Che si può attendere anche per qualcosa che si aspettava da tempo senza far partire crociate e class action. Difficilmente una software house tende a lasciare sul mercato un titolo estremamente difettato, specie se è il prodotto di punta.
A meno che non sia Bethesda, ovvio.

I’m not gay, only homo.

Sono passati circa 4 anni da quel momento e di inculate ne ho prese belle sode, sia nella vita personale sia nell’hobby che amo di più al mondo.
Il lavoro che adoravo perso per una sciocchezza, amori sfumati e ritrovati…
Persino io sono cambiato così tanto che il vecchio me stesso è un’altra persona e quasi fatico a riconoscerlo. Sdrammatizzando un pochitto ( Cannarsi-sensei, please love me ) pure nel mondo videoludico di fregature ne ho prese diverse. Metal Gear Solid V per fare un esempio, uscito tronco e con evidenti problemi di trama;
Silent Hills con il suo fantasmagorico P.t., che dobbiamo ringraziare Konami per non averci offerto probabilmente la migliore esperienza horror di sempre;
No Man Sky che prometteva un gazilione di galassie da esplorare e tutte quante erano rappresentabili come un paio di testicoli. Certo, è bastato aspettare del tempo ed è diventato praticamente un gioco nuovo, con tanto di realtà virtuale, storyline e miglioramenti vari al sistema di creazione procedurale. Sapeste quanto m’incazzai all’epoca.

Ma il tempo seppe dimostrarci quanto ci sbagliavamo.
MGS5 è la pietra miliare dei Sandbox ed il chiaro esempio di come dev’esser fatto un gameplay con i controcazzi;
Silent Hills ha fatto rinascere il genere dell’orrore ispirando progetti indipendenti come Visage e Tripla A come il semprebellissimo Resident Evil VII, checche se ne dica del cambio di prospettiva dalla terza alla prima persona resta uno dei RE migliori di sempre, forse IL migliore. Sono abbastanza sicuro che persino quella perla piratesca di Sea of Thieves sia nata anche dall’esistenza stessa di No Man Sky e del suo concetto di esplorazione semplice e divertente.

Le cose mutano e tendano a diventare altro, o semplicemente a migliorare, come un buon vino lasciato ad invecchiare.
Ma quindi, vi starete chiedendo voi, vale la pena giocare a Cyberpunk 2077 anche se ha dei problemi?
Cazzosi.

Panam è la donna della mia vita. Intraprendente, dannatamente bella e risoluta come un toro. Ho completato la romance con lei.

Sia chiaro, tanto per non fare i finti tonti e mettere l’elefante nella stanza nel cassetto pratico e comodo delle figure barbine:
Cyberpunk 2077 ha avuto un lancio tremendo oggettivamente parlando per colpa dell’ottimizzazione su console old gen e tutta la shitstorm iniziale riversata sulle facce di CD Projekt Red è tutt’altra che immeritata.
Una roba mal progettata e mal partorita che in confronto Drakengard 3 è un capolavoro tecnico e di pregevolissima fattura.
Nel momento in cui il gioco è uscito stavo lavorando per amici di famiglia e tutto mi aspettavo appunto che un lancio disastroso. La mia sorpresa che l’intero Internet si era rivoltato contro il titolo più atteso del 2020 è stata enorme. Ma sappiamo tutti che più un progetto è atteso da un’ampia gamma di clientela più la critica si dividerà tra i due estremi.

Quelli che diranno che il tutto è un letamaio
e quelli che grideranno al Capolavoro privo di difetti.

Fatemi subito dire che Cyberpunk è un titolo con problematiche strutturali evidenti, da bug buffi del tipo che scavalchi una finestra e rimbalzi a 200 metri di distanza, a brutti ceffi che invece di fumarsi una sigaretta si fumano la propria arma o macchine che ribaltano a caso a roba più consistente in altre versioni non giocate da me, tipo crash del gioco e crolli del frame rate anche consistenti, ma a quanto so sono stati abbondantemente corretti su old gen. Uno dei più divertenti che abbia trovato è quello dell’auto invisibile con i passeggeri che sfrecciavano sul niente per le strade. Lo ammetto, mi è apparso un sorriso.
Anche perché personalmente concordo con l’autore del post qua sotto, reso anonimo per questioni di privacy:

Se cambiate per un attimo prospettiva, prendete Cyberpunk non come un’immersione narrativa ma un’esperienza prettamente ludica: i bug arricchiscono l’esperienza di gioco, non la demoliscono. A patto che non minino la fruizione, ovvio.

Ad oggi che scrivo ho avuto solo un crash del gioco e ho avuto palesemente culo a fare il salvataggio rapido 10 minuti prima. Avessi buttato via anche solo un’ora di gioco avrei spento la console immediatamente dallo sfavamento.
A pensarci bene ho avuto pure un sacco di fortuna ad avere un lampo d’illuminazione qualche mese fa.
Ho preordinato 2077 per Xbox One, e lo gioco su Series X che a quanto si dice è la terza versione migliore esistente al momento, dopo quella PC e Stadia ma in primis il preorder era per PS4.
Ma al momento di preordinare la console next gen mi sono detto “Meglio una PS5 a 500€ con un solo gioco al lancio, quindi altri 70–80€ o una Series X a 500€ ma senza dover sborsare altri soldi? Ma si dai, cambiamo i preordini dei giochi che aspetto per Xbox. Che Sony non se la prenda a male”.
Non è culo, cari i miei coglionazzi. Solo classe.
Anche per Cyberpunk alla fin della fiera l’ho pagato solo 15€.

Cyberpunk 2077 è pure pieno di fantastici omaggi ad altri colleghi, come questo. Solo gioie.

Entro in game, scelgo una missione, chiamo la moto del mio defunto migliore amico che si guida da se fino alla mia posizione e poi sfreccio per le strade di Night City, tra il degrado fatiscente dei distretti più abbandonati a se stessi e le città dai mille neon violacei, prostituzione e gang.
Arrivo sul posto designato, faccio il mio dovere che può spaziare da fare qualche incontro di Boxe da strada in tornei forse non proprio legalissimi, falciare criminalotti da quattro soldi sia con l’uso di Katane stilose o armi smart con proiettili intelligenti a ricerca del bersaglio anche quando tenta di andare in copertura, hackerare qualche computer per rubare informazioni compromettenti delle varie grosse Corporazioni o roba totalmente assurda come la missione There is a light that never goes out, dove ho incontrato la pupa che vedrete qua sotto che mi ha letteralmente straziato il cuore. Pure la missione, ovviamente.
Non hai mai l’impressione di poter prevedere cosa succederà sullo schermo. Puoi solamente farti trascinare dalla bellezza degli eventi.
Il gioco ti vomita addosso un sacco di roba da fare e sta a te scegliere come, quanto e quando ballare. Giocare al nuovo titolo di Cd Projekt Red è paragonabile a quella di una fantastica festa senza fine apparente. Musica che ti pompa nel sangue, alcool di qualità e bella gente. Bella gente più o meno.

Rachel ha la faccia da stronza e lo stile aggressivo, nonché i capelli rossi. E’ il mio tipo.

E sono sinceramente dispiaciuto di tutta la faccenda, che sia meritata o meno.
Perché i soggetti coinvolti rimasti danneggiati sono il gioco stesso, relegato ad una macchietta su cui è preferibile farci qualche memino anziché parlare della qualità, oppure senza che qualcuno faccia la solita battuta trita e ritrita che ha smesso di far ridere dopo una settimana dal lancio e gli sviluppatori e programmatori che si sono ammazzati di stress con il crunch per vedere tutto svanire grazie al reparto Marketing e a quelle persone dai gusti soggetti ad essere facilmente manipolati da influencer di dubbia capacità critica.

Io mi ci sto divertendo e non riesco farne a meno. Perché mai dovrei dire che la mia esperienza videoludica è una merda se non lo è, soltanto perché altri hanno avuto sfiga o l’hanno abbandonato troppo presto? Io sono io e conta la mia esperienza e criticità d’analisi, non quella di uno sconosciuto su un social network.
Dategli una reale possibilità e sarete risucchiati nell’incredibile vortice di emozioni di Night City.
Negatevi questa possibilità e non potrete mai vivere una delle avventure di fantascienza più importanti di questo ultimo decennio. Ma facciamo pure ventennio.

Voto yeah yeah in una scala da uno a yeah.

Ciao Judy, fai buon viaggio e mandami tante foto.

n.d.a: Volevo ringraziare un buonissimo panino al salame che mi ha convinto a modificare in toto l’articolo dato che inizialmente era pieno della mia bile e del mio odio verso molte categorie di videogiocatori. Meglio esprimere il tutto nella pace che conservando rancore. Ti devo una birra semmai avrò il piacere di offrirtela.

seconda n.d.a.: GIOCATE A CYBERPUNK PER DIO!

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Una pagina ad alto tasso parodistico e dissacrante, con una lieve spruzzata di amore per i videogiochi.